FORTE BELVEDERE GSCHWENT

CENNI STORICI

Ultima tipologia costruttiva fortificatoria austriaca, aveva tre obici da 100/9 sotto cupola e numeroso armamento secondario. Fu il primo a rispondere al fuoco italiano del Verena, venne preso di mira da una serie di cannoneggiamenti nei quali incassò solamente un colpo grave, che distrusse una cupola.

A differenza delle fortezze italiane, le "Sentinelle del Regno", costruite in calcestruzzo senza armature in ferro, le "Fortezze dell'Imperatore" furono progettate da tecnici di lunga esperienza maturata per tutto l'800, nonché da maggior disponibilità finanziaria.
Le fortezze Austro-Ungariche erano costruite impiegando largamente armature di ferro annegate in grossi spessori di calcestruzzo di cemento e ghiaia grossolana. Erano pensate per resistere a proiettili di medio calibro e generalmente erano armate con cannoni da 100 mm., non potentissimi, ma molto precisi ed efficenti. Il loro scopo era esclusivamente la difesa a media e breve distanza e l'arrestare il dilagare di truppe verso il solco vallivo di Trento.
Gli italiani contrapponevano opere molto più fragili, armate con cannoni più potenti, ma alcuni di ghisa, posizionate in luoghi più elevati.

La progettazione di tutte le opere della cintura fortificata di Trento fu portata avanti con molta cura, tutte le fortezze erano perfettamente collegate e funzionali l'una con l'altra ed integrate con altre strutture di supporto come il centro 'ottico' di Monte Rust (sopra il lago di Lavarone). Esse rappresentano il massimo valore tecnico e tattico raggiunto dagli imperiali nelle opere belliche fisse. Nonostante ciò, fin dai primi colpi di cannone, fu chiaro che queste opere erano già superate ancor prima di diventare pienamente operative. Subito si capì che l'unico riparo dagli spaventosi colpi di mortaio di grossissimo calibro, di oltre 300 mm., erano le caverne profondamente scavate nella montagna.

"Per Trento basto io!" era il motto di cui si fregiava il forte Belvedere. Per dissuadere qualsiasi velleità di intervento italiano in questo imperdibile settore, gli imperiali contavano moltissimo sulla cintura fortificata di Trento, prevedendo solamente un ridottissimo utilizzo di uomini altamente specializzati in modo da poter sfruttare il grosso delle truppe di fanteria in altri fronti.
Sotto questo aspetto la cintura fortificata degli altipiani svolse, nonostante tutto molto dignitosamente, in pieno il suo ruolo durante la prima fase detta della 'guerra dei forti' e fino al maggio 1916 quando alcuni forti furono, nonostante le gravi distruzioni subite ma prontamente riparate, di qualche appoggio all'offensiva di maggio, la Strafexpediton. Dopo di che su tutte le opere fortificate, compresi gli ormai ruderi italiani, calò il totale oblio.

Tutte le fortezze austriache, tranne forte Belvedere, proprio per la loro tipologia costruttiva 'moderna', furono totalmente sventrate durante gli anni '30 dai recuperanti, visti con favore dall'autarchia fascista, proprio per recuperare il prezioso acciaio. Il Belvedere si salva perché fortunosamente acquistato da un privato del luogo che pensava di trasformarlo in una bella stalla per il bestiame e le pecore. Il primo proprietario, e successivamente gli eredi, si appassionarono fin da subito alla storia della costruzione e pian piano, già fin dal secondo dopoguerra, lo trasformarono in un decoroso museo arrichito da numerosi reperti trovati nei pressi.

Da qualche anno l'opera è di proprietà del Comune di Lavarone e si è provveduto ad un accurato restauro per la messa in sicurezza, nonché la progettazione di un validissimo percorso museale, per il notevole afflusso di visitatori.

http://www.magicoveneto.it/altipian/Lavarone/ForteBelvedere-1.htmesto

RELAZIONE INDAGINE

l giorno 6 giugno 2014 il team del Ghost Hunters Verona si è recato presso la fortezza austro-ungarica di Lavarone, meglio nota come Forte Belvedere Gschwent, per svolgere un'indagine.


Arrivati verso le 18.00, dopo aver effettuato una rilevazione ambientale di eventuali presenze di campi elettromagnetici anomali,  abbiamo iniziato a posizionare le attrezzature (quattro telecamere ad infrarossi con dvr, registratori ad alta sensibilità, telecamera full spectrum) lasciando poi il Forte per circa due ore evitando così eventuali contaminazioni nelle registrazioni.


Alle 23 circa è iniziata l'indagine vera e propria svolta completamente al buio. All'interno della struttura la temperatura era molto bassa (circa 12 gradi) e l'umidità molto elevata  decisamente impressionante e claustrofobico camminare lungo i corridoi immersi nell'oscurità solo con la flebile luce emessa dalle strumentazioni.

A parte le varie sensazioni provate dai componenti del gruppo (ovviamente soggettive e non dimostrabili scientificamente) abbiamo registrato numerosi evp interessanti sia al primo piano della struttura che nella zona delle cupole che ospitavano gli obici.

Nelle registrazioni video e nel materiale fotografico non abbiamo rilevato elementi degni di nota.
L'indagine è terminata alle 3.00 del mattino successivo

 

E.V.P.

La voce registrata alla domanda "puoi dire il tuo nome?" risponde "certo sono l'infermiere" Evp registrato nella stanza adibita ad infermeria

 

In questa registrazione le voci sembrano essere due . La prima dice" spara" la seconda "sei morto". 

In questa registrazione ,effettuata a porte chiuse e struttura vuota nella zona dell'obitorio, la voce dice "a volte tornano"

In questa registrazione, fatta a struttura vuota e porte chiuse nella zona delle ex-postazioni armate ,si sente un runore molto simile allo scoppio di un obice

La voce registrata alla domanda "puoi dire il tuo nome?" risponde "certo sono l'infermiere" Evp registrato nella stanza adibita ad infermeria

MUSEO FORTE BELVEDERE

 Il forte  è museo della guerra e la visita è interessantissima e a nostro avviso irrinunciabile in quanto  può rendere un'idea precisa, nonché l'atmosfera, di questo genere di costruzioni.

E' una visita raccomandabile a tutti, non solo per l'alto valore di documento storico,    ma anche per l'aspetto  paesaggistico.Tutte le fortezze, sia italiane che austriache, si trovano in posizioni altamente panoramiche    .

Le sale del piano terra sono dedicate alla storia del sistema fortificato degli Altipiani. Al primo piano sono raccontate le operazioni militari in questo tratto di fronte e sono esposti materiali relativi  al periodo storico Al secondo piano sono collocati oggetti e documenti che testimoniano le condizioni della vita dei soldati (armi, uniformi, materiali sanitari)
Dal 2008 il museo ospita installazioni multimediali che attraverso suoni e immagini propongono ai visitatori come si svolgeva la vita  all’interno della fortezza

All’interno delle cupole, gli “Obici dei suoni” permettono di risentire i rumori, le voci, i comandi e i colpi d’artiglieria.

 

RINGRAZIAMENTI

Cogliamo l'occasione per ringraziare la FONDAZIONE FORTE BELVEDERE per la collaborazione e per la gentilezza dimostrata nel permetterci di passare l'intera nottata all'interno della struttura.

Il team Ghost Hunters Verona