CLASSIFICAZIONE DELLE ENTITA'

Qualunque cosa siano, i fantasmi non sono tutti uguali. Ecco un’approssimativa classificazione dei vari tipi di fantasmi.

Residui psichici: appaiono sempre nello stesso identico modo, nello stesso posto, facendo gli stessi gesti. Il doppio o apparizione-crisi: è uno spettro ambasciatore di morte, si manifesta ai parenti di una persona morente con le sembianze del malato.

Gli spettri ciclici: fantasmi innocui che appaiono ciclicamente in un certo posto, in ricordo di un avvenimento a loro caro o temuto. Per esempio, dei soldati sul campo di battaglia dove hanno perso la vita.

Fantasmi domestici: spettri che infestano una casa anche nel corso dei secoli, probabilmente ignari di essere morti.

Ectoplasma: la materia nebbiosa che fuoriesce dal medium durante la fase di materializzazione, necessaria per la ricomposizione visiva di spiriti.

Banshee: fantasmi femminili tipici di Irlanda, Galles e Scozia. Sono legati a una particolare famiglia.

Poltergeist: è uno spirito chiassoso; il termine, di origine tedesca, descrive tutti quei fenomeni come lo spostamento di oggetti, il rompersi di piatti, lo sbattere delle porte, ma anche voci e rumori. Si pensa che sia legato alla presenza di bambini o adolescenti. Non è pericoloso

.http://www.focus.it/cultura/mistero/quanti-tipi-di-fantasmi-esistono_C39.aspx

 

FENOMENO DELLE VOCI ELETTRONICHE EVP - CENNI STORICI

L'obiettivo di una comunicazione con il mondo dei defunti ha visto l'impiego di mezzi e tecniche appropriate a ogni epoca, a partire dagli antichi sciamani fino all'introduzione nell'Ottocento della pratica delle sedute medianiche. Seguendo il progressivo sviluppo delle conoscenze tecniche, anche la medianità si è evoluta fino a includere, in tempi recenti, l'impiego di strumenti elettronici nei tentativi di comunicazione con l'aldilà. A partire dal 1959 lo svedese Friedrich Jürgenson ha riferito come in circostanze fortuite, registrando il canto degli uccelli, egli avrebbe individuato sul nastro alcune voci di persone non presenti al momento della registrazione. Dopo varie sperimentazioni, Jürgenson ha infine ritenuto di poterne attribuire la causa all'intervento diretto da parte di entità ultraterrene, pubblicando nel 1967 il libro "Radiofonia con i defunti" e dando così origine alla pratica che prende il nome di psicofonia (o metafonia). La possibilità di disporre di un ipotetico nuovo canale di comunicazione con l'aldilà ha provocato un'ampia diffusione della psicofonia, al punto che oggi il fenomeno viene descritto come genuino dall'editoria specializzata nel paranormale ( informazioni estratte da: ). Il fenomeno delle "voci elettroniche" (o EVP, Electronic Voice Phenomenon), conosciuto, quindi, anche col nome di psicofonia o metafonia o transcomunicazione strumentale, riguarda la manifestazione di voci (a volte anche immagini) di origine apparentemente non umana in registrazioni, ricezioni o amplificazioni tramite strumentazione elettronica. La tipologia più conosciuta di questo fenomeno è rappresentata dalla memorizzazione anomala di voci (di solito poco chiare), attribuite a spiriti, su un nastro magnetico, oppure la loro ricezione tramite una radio, una televisione o persino su un computer o un telefono. Le tecniche psicofoniche si differenziano in base al metodo impiegato. Prima di entrare nella vera e propria storia del fenomeno diciamo subito che questo genere di fenomeni necessariamente dei tempi moderni ha avuto una sua preistoria dove figurano due personaggi di spicco del campo della tecnologia e insospettabili dal punto di vista della ciarlateneria interessata: si tratta di Guglielmo Marconi e Thomas Edison. Una curiosità poco nota ma tuttavia significativa è legata all'inventore della radio. Marconi fin dall'inizio dei suoi primi esperimenti di rice-trasmissione aveva notato delle strane interferenze inesplicabili poiché si trattava di voci di origine sconosciuta, tuttavia pur registrando il fenomeno non volle approfondirlo ulteriormente e si accontentò semplicemente di perfezionare il funzionamento della sua invenzione. Alcuni commentatori del fenomeno delle voci elettroniche detta anche "metafonia" o "transcomunicazione strumentale" ritengono quindi che il primo ad avere aperto questo campo di studi sia stato inconsapevolmente proprio l'inventore della radio. Inoltre aggiungiamo per "dovere di cronaca" che, stando ad alcune dichiarazioni della moglie dell'inventore della radio, sembrerebbe che comunque lo scienziato si era posto in qualche maniera il quesito se questo nuovo genere di onde potessero veicolare anche comunicazioni tra il nostro mondo con altri mondi come quello dei defunti. Per quanto riguarda Thomas Edison, invece, nel 1941 è stato ritrovato un disegno del grande inventore attinente ad un suo progetto. Si tratterebbe del progetto, la cui origine risale al 1921, di costruzione di una macchina atta a comunicare con i trapassati. Come è noto infatti Edison era sinceramente interessato a questo genere di questioni sulla vita dopo la morte e aveva concezioni al riguardo non di natura soprannaturale bensì anche su questi argomenti ragionava nei termini della scienza fisica senza disdegnare comunque di occuparsi con interesse di un fenomeno che in quel periodo storico soprattutto in America era diventato quasi una moda, quello delle sedute spiritiche. Nella storia recente del fenomeno ricordiamo tra i più conosciuti "contattisti" via onde elettromagnetiche, sopratutto in Italia, Marcello Bacci ( ) ; le sue sedute di psicofonia sono state monitorate e scrupolosamente analizzate, perquisendo tutte le sue apparecchiature, senza trovarvi alcuna traccia di frode o inganno.

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.1194.9

CARATTERISTICHE DELLE VOCI : POSSIBILI SPIEGAZIONI DEL FENOMENO

Le voci, femminili o maschili, presentano delle caratteristiche interessanti: a volte risulterebbero afone, mentre in altri casi sarebbero più simili ad una normale voce umana. Alcune sarebbero caratterizzate da un suono articolato in maniera molto rapida, appena percepibile, tanto che talvolta è necessario ricorrere ad un rallentamento della velocità di riascolto per capire il significato di quanto dicono. Alcune voci inoltre presenterebbero una cadenza cantilenante, altre anomalie nella fonetica e nella cadenza che risulta irregolare. Spesso risulterebbero perfettamente udibili, mentre in altri casi sarebbero meno intelligibili e di difficile interpretazione.

Un'altra caratteristica di queste voci è il poliglottismo, ovvero la capacità di passare da una lingua ad un'altra nello stesso contesto, durante una stessa frase.

Talvolta quindi la riproduzione viene manipolata per rendere la comunicazione più intellegibile (ad esempio modificando la velocità o applicando filtri acustici), oppure vengono estrapolate solo le parti della comunicazione ritenute più significative.


Ci sono dubbi su come spiegare o interpretare il fenomeno, ed anche sulla stessa genuinità dei casi riportati.
Il fenomeno assume particolare rilevanza scientifica poiché, diversamente da altre manifestazioni di parapsicologia, a detta delle persone stesse che riescono a registrare questi nastri, il fatto non dipende da poteri paranormali delle singole persone, ma da una tecnica riproducible da chiunque.

I sostenitori dello spiritismo sostengono che si instaura un meccanismo di contatto tra due diversi stati dell'essere, ovvero tra due dimensioni separate: l'entità vivente (uomo) da un lato e quella disincarnata (spirito) dall'altra. Queste entità si manifesterebbero direttamente incidendo la loro voce su un supporto magnetico o digitale usato per la registrazione, oppure attraverso l'ausilio di una radio sintonizzata generalmente sulle onde corte SW (Short Wave).

In caso di registrazione le voci sarebbero udibili solo durante la fase di riascolto, e mai al momento del loro intervento, mentre nel caso di manifestazione tramite radio verrebbero udite direttamente, come se si ascoltasse, appunto, una normale stazione radio.

Secondo molti ricercatori, invece, si tratta solo di una interpretazione soggettiva di segnali acustici casuali dovuti alle comuni interferenze elettromagnetiche o ad altre fonti di suono. Il fatto che qualcuno le possa interpretare come "voci" sarebbe solo frutto del desiderio e della fantasia di chi si mette in ascolto: almeno in alcuni casi il riconoscimento di una voce poco intellegibile all'interno di un rumore sarebbe quindi un semplice artefatto della percezione umana, che tende a riconoscere elementi familiari anche in situazioni casuali (come nel fenomeno noto in psicologia come déjà vu).

In altri casi, specie quelli in cui la ricezione si avvale di una radio, si può ben supporre la ricezione di segnali di interferenza da comunicazioni umane (es. ripetitori radio, apparecchi telefonici).

I sostenitori della reale esistenza delle voci fanno notare tuttavia che non può sempre e solo trattarsi di interferenze, in quanto il fenomeno si verifica ugualmente anche se gli esperimenti vengono condotti sotto una gabbia di Faraday ( ). Essi affermano inoltre che numerosi programmi per l'analisi fonetica (tra cui il valido Praat) permettono di distinguere in modo oggettivo una voce umana da una paranormale, fornendo una prova della reale esistenza del fenomeno. Se l'interferenza riguarda onde di stazioni radio non è improbabile registrare parole sensate e non rumori casuali. Tuttavia, è improbabile avere da diversi canali la stessa intonazione del messaggio.

Altre ipotesi sono la manipolazione autosuggestiva da parte dello sperimentatore della strumentazione di cui si avvale, o l'esistenza indipendente di forme di consapevolezza non umana ma mediabili elettronicamente (non necessariamente ultraterrene).

È tuttavia opportuno evidenziare che le gabbie di Faraday schermano dal rumore elettromagnetico, non dal rumore acustico, e che interferenze naturali posso provenire tanto dall'esterno quanto dall'interno dell'apparecchio utilizzato per la registrazione.
Va anche aggiunto che i programmi informatici, se sono in grado di distinguere una voce umana normale da ogni altro genere di suoni, o dal rumore bianco, non possono certo indicare la provenienza di questi ultimi, né identificarli come provenienti dagli spiriti. Sono inoltre algoritmi ancora molto poco affidabili.

 

Informazioni tratte da http://it.wikipedia.org/wiki/Fenomeno_delle_voci_elettroniche

FOTOGRAFIA AMBIENTALE ALL'INFRAROSSO NELLA RICERCA PARANORMALE

Nel campo della ricerca parapsicologica la fotografia all'infrarosso riveste un ruolo molto
importante, anche se 
secondario rispetto a quella all'ultravioletto, che avremo modo di approfondire in futuro. Ma cominciamo a definire questo tipo di mondo a noi “invisibile”.
Le radiazioni elettromagnetiche (onde elettromagnetiche) vengono classificate in base alla frequenza o all'energia dei fotoni. All'aumentare della frequenza queste onde prendono il nome di: radioonde - microonde - infrarosso - luce visibile - ultravioletto - raggi x e raggi gamma. A seconda della loro energia, queste radiazioni provocano fenomeni di ionizzazione della materia che attraversano, ionizzazione variabile a seconda del tipo di materia attraversata, dal tipo di radiazione, ovviamente e dell'energia, come gia' detto. Le radiazioni ionizzanti si estendono al di sotto della  banda dell'ultravioletto. Il nostro occhio è in grado di percepire una piccolissima parte dello spettro elettromagnetico, definito quello della luce visibile (detta anche luce bianca). La luce bianca, irradiata appunto dai raggi solari è in grado di farci percepire il mondo come lo conosciamo grazie alle frequenze dei colori che il nostro occhio cattura

 Per comprendere meglio questo pensate all'arcobaleno: esso non è altro che la suddivisione di ogni singolo componente della luce bianca. In termini di lunghezza d'onda in nanometri (ricordo che la lunghezza d'onda delle radiazioni e.m è inversamente proporzionale alla frequenza delle stesse) noi riusciamo a vedere dai 400 nm ai 700 nm. 
All'estremità di queste lunghezze d'onda abbiamo l'ultravioletto (dai 100 nm a 400 nm) e l'infrarosso (700 nm - 1000 microm). Parti di queste frequenze possono essere catturate in termini fotografici mediante varie tecniche.

 La fotografia all'infrarosso viene sperimentata tramite due tipi di tecniche, la fotografia ambientale e quelle
dell’

infrarosso riflessa, che sono simili nel loro concetto base.  Nella fotografia ambientale è il sole che fornisce alla scena da
fotografare l’indispensabile
illuminazione IR, nella fotografia riflessa, ad ovvia causa della mancanza di sufficiente illuminazione IR naturale, siamo noi che la apportiamo mediante
l’utilizzo di fotodiodi
(L.E.D.) capaci di generare tali emissioni spettrali. Questi fotodiodi emettono fasci di fotoni aventi una
lunghezza d’onda che interessano proprio il nostro campo applicativo. Nel grafico sopra
riportato vediamo lo spettro emissivo di un L.E.D. infrarosso, che ha una curva emissiva di picco da 910 nm a 970 nm. Per farvi comprendere meglio, questi fotodiodi sono utilizzati come illuminatori infrarossi per le telecamere notturne o di video sorveglianza, oppure, sono molto più comuni da riscontrare nei telecomandi delle normalissime televisioni, che permettono di gestire da distanza i comandi remoti della televisione. Questi sono solo alcuni esempi esplicativi, i fotodiodi sono impiegatissimi nel mon
do dell’High Tech . Che sia infrarosso ambientale o riflesso, noi non facciamo altro che riprendere i differenti comportamenti della materia irradiata con l’infarosso, che
può assorbire o riflettere questa frequenza. Una nota molto importante: la fotografi
a all'infrarosso
non consente di registrare le radiazioni termiche spontanee emesse dai corpi a temperatura ambiente
. L’emissione spontanea dei corpi più caldi, come gli scappamenti delle automobili o i gas
di scarico egli aeroplani, delle ciminiere industriali ed i corpi soggetti ad attrito, può essere registrata solo se la temperatura raggiunge i 250°-300° C, perché solo in tali casi le radiazioni da essi emesse raggiungono il limite di sensibilità delle acquisizioni CCD, e, ovviamente, in questo caso la ripresa deve essere effettuata al buio. La rilevazione di sorgenti di calore e di corpi a
temperatura più bassa di 250°C fino a temperatura ambiente è possibile, ma richiede l’uso dei
rilevatori non fotografici e riguarda il campo della termografia (il costo di una buona termo camera si aggira intorno ai 10.000

15.000 euro)
. In pratica si può affermare che la fotografia all'infrarosso
consiste nella registrazione delle radiazioni infrarosse emesse in abbondanza dal sole o da altre sorgenti di luce artificiale e riflesse o assorbite dai corpi che le circondano. Le radiazioni riflesse o assorbite dai corpi non dipendono dalla temperatura dei corpi stessi, che può essere anche molto  bassa, ma dalla loro struttura e composizione, cioè da caratteristiche che non sono rilevabili
all'occhio umano
http://www.academia.edu/5655931/FOTOGRAFIA_AMBIENTALE_ALLINFRAROSSO_CON_STRUMENTI_FOTOGRAFICI_DIGITALI

FOTOGRAFIA AMBIENTALE IN ULTRAVIOLETTO NELLA RICERCA PARANORMALE

A differenza di quanto accade nell’infrarosso (Near Infrared), la ripresa nell’UV è estremamente più difficoltosa. Gli aspetti che determinano queste difficoltà sono da inquadrare in due punti:

- Tipologia di lente utilizzata (sia in fotografia che nella ripresa video)
- Efficacia quantica del CCD
- Filtri

TIPOLOGIA DI LENTE UTILIZZATA

E’ notoriamente risaputo che dietro un vetro non ci si abbronza. Questo se vogliamo è il punto saliente della discussione l’ultravioletto non passa il comune vetro. Perché?

Molto semplicemente perché l’ampiezza di onda è più corta rispetto a quella del visibile o Ir, (siamo al di sotto dei 400nm) per cui scendendo in termini di nm nello spettro delle onde elettromagnetiche l’onda ha difficoltà nel passare i materiali, basti pensare alle onde ULF/ELF che contrariamente attraversano la crosta terrestre, oppure le temibili onde alpha e beta che non riescono ad attraversare neanche (fortunatamente) la nostra atmosfera.

Tornando a allo spettro che ci sta più a cuore ossia le UV (dai 10nm ai 400nm), esso ha una ulteriore suddivisione UV-A,UV-B,UV-C, oppure Near UV e Estreme UV. Generalmente lo spettro associato ad ognuna delle suddivisioni è il seguente: UV-A (400-315 nm), UV-B (315-280 nm) e UV-C (280-10 nm). Le normali lenti utilizzate in fotografia o ripresa video (da ora chiameremo più genericamente “lenti”) hanno una risposta spettrale che bene che vada, parte dai 360 nm. Qui di seguito abbiamo un grafico (fig1) molto interessante che raffronta la risposta spettrale di due lenti Nikon eccellenti, ma una nel particolare decisamente fuori della norma il UV Nikkor 105 mm specifico per l’ultravioletto.

Questa differente risposta spettrale è dovuta essenzialmente alla tipologia di lenti utilizzate e le loro peculiarità. Le comuni lenti sono un mix di vari elementi come: Lantanio, Bario, Tantalio, Boro a volte anche Torio e Uranio (i famosi vetri radioattivi), spesso questi elementi hanno il compito di bloccare le radiazioni infrarosse e ultraviolette per una maggiore resa fotografica, oppure per ridurre l'aberrazione cromatica o correzioni varie, di norma la risposta spettrale di queste comuni lenti è dai 430nm ai 700nm e non di minore importanza è il trattamento antiriflesso che comunemente hanno tutte le lenti, il quale ci taglia via tutta la banda UV.
Tutti questi aspetti sono un impedimento alla riuscita di una foto/ripresa nella banda UV. Per avere un vetro che permetta di arrivare a immortalare l’UV alcune storiche case quali: Nikkor ,Carl Zeiss, Asahi Pentax, Coastal Optical ecc.. hanno prodotto delle lenti speciali (anche nel prezzo) che permettono di scendere addirittura fino a 200 nm (al di sotto anche l’aria diventa un filtro). Tali lenti hanno avuto i più disparati utilizzi: fotografia scientifica, indagini nelle scene di crimini, ambito medico ecc.. anche nella missione Apollo veniva utilizzata una lente per foto nell’ultravioletto la lente nello specifico era l’UV-nikkor 55mm. Per produrre queste lenti vengono utilizzati minerali decisamente diversi, normalmente il più diffuso è il quarzo di silicio che ha una risposta spettrale eccellente

 

Molte di queste lenti sono praticamente introvabili e rarissime, oggetti per collezionisti, ecco alcuni esempi:
Steinheil Quarz 776mm
Wollensak UV
Amaton
Wollensak UV
Anastigmat 4” (100mm) f/4,5
Zeiss jena UV-Objektiv 60mm f/4
Zeiss
UV-Planar 60mm f/4
UA-Takumar 85mm f/4,5
UV-micro-Nikkor
105mm f/4,5

http://www.sulletraccedelmistero.it/guida-cattura-immagine-ultra-violetto.php

FENOMENI PARANORMALI E CAMPI ELETTROMAGNETICI

E' prassi diffusa tra i molti ricercatori e appassionati che fanno indagini nel campo del paranormale usando una metodologia scientifica, l'avvalersi di strumentazione elettronica che possa dare riscontro oggettivo ai fenomeni con cui ci si viene ad incontrare.

Questa strumentazione è molto ampia come tipologia poichè cerca di coprire quanto più possibile tutte le emissioni potenzialmente rilevabili.

In particolare vorremmo qui soffermaci su una sorta di "dogma" accettato da tutti ovvero che le manifestazioni paranormali emettano campi elettromagnetici.

Come conseguenza di questo il rilevatore EMF (Electro Magnetic Field) risulta essere uno degli strumenti di gran lunga più utilizzati.

Ma da cosa nasce questa convinzione? E quando?
E, soprattutto, ci sono delle evidenze scientifiche a supporto di tutto ciò ??

Provando a fare una ricostruzione storica si può partire da fine Ottocento quando girava già la convinzione che i fenomeni (a quell'epoca si parlava soprattutto dei fenomeni "medianici") dipendessero da qualche forma di "energia", tanto che qualcuno provò ad inventare apparecchi di vario genere per evidenziare o misurare quell'energia che, comunque, si riteneva fosse connaturata al corpo umano vivente (chi credeva all'intervento degli spiriti non parlava di energia, ma solo di poteri del "perispirito").

Con meno rilievo, si riteneva fosse in gioco anche una generica "energia psichica" per le prodezze psichiche di alcune particolari persone, come nei casi di telepatia-chiaroveggenza, nei fenomeni di poltergeist e per l'ipnotizzazione a distanza.

Mentre non si parlava affatto di energia sprigionata da "entità" o altro per i casi di apparizioni e di infestazione (per questi fenomeni praticamente tutti individuavano come causa l'intervento di entità immateriali).

Con i primi del Novecento, alcuni di quelli che avevano studiato l'"energia psichica" della generazione precedente cominciarono a parlare esplicitamente di energia elettromagnetica.

Valga per tutti l'italiano Ferdinando Cazzamalli, che per circa 20 anni andò avanti a fare esperienze e inventare apparecchiature tipo radio per captare le onde emesse dal cervello di chi era in piena attività parapsicologica (sensitività, telepatie, chiaroveggenza).

Può essere curioso osservare che in Germania Hans Berger agli inizi degli anni Venti arrivò a inventare l'elettroencefalografia perché era convinto che durante gli eventi telepatici il cervello emettesse onde elettromagnetiche.
Tutti questi autori pensavano comunque che in condizioni normali il corpo (cervello) umano non emettesse onde elettromagnetiche.

In tempi più recenti, negli anni Settanta, sulla base di indagini statistiche e di esperienze di laboratorio, Michael Persinger tirò fuori la teoria delle onde "elettromagnetiche lunghe" come la conosciamo oggi.

In tutto questo periodo, intanto, una folla di autori ha parlato di queste onde solo per dare un sapore di comprensibilità scientifica ai propri discorsi, però in generale non dando nessun contributo originale al discorso, non giustificando nemmeno quelle affermazioni, e spesso nemmeno comprendendo bene di  che cosa parlavano (infatti scambiavano indifferentemente le onde elettromagnetiche con quelle sonore, talvolta anche con la radioattività).

Oggi ogni gruppo di ricercatori che si rispetti usa un rilevatore di campi elettromagnetici analogico o digitale.

Ma  esiste un problema prettamente metodologico: le onde elettromagnetiche sono estremamente pervasive e, tra quelle naturali e quelle artificiali, ci viviamo completamente immersi.

Accendendo in un momento qualsiasi un rilevatore (che poi, nella forma più semplice è una radio) si individua sempre una marea di segnali, che si manifestano sempre in forme di sequenze irregolari.

Allora, di fronte ad una circostanza anomala, come fare per capire se c'è una variazione significativa di emissioni EMF e se l'eventuale variazione dipende da ciò che si è manifestato oppure ad esempio dal corpo della persona che vive l'esperienza oppure da una radiosveglia del vicino di casa?

La risposta che può venire spontanea alla mente è: se quella tempesta di segnali dura solo il tempo della "manifestazione" e magari si intensifica se ci avviciniamo alla manifestazione (es. la figura fantasmatica) o al percipiente allora si potrebbe ipotizzare una correlazione.

Ma questa deduzione, in assenza di prove empiriche, non vale niente.

La perturbazione elettromagnetica potrebbe essere di bassa intensità (per esempio il 5% del campo naturale di fondo) o di altro tipo (per esempio una sincronizzazione istantanea delle onde, o creare una modulazione di sola ampiezza o di sola frequenza non rilevabile dallo strumento in funzione), oppure durare troppo poco (un millisecondo) e sfuggire quindi totalmente agli strumenti.

E queste non sono eventualità da scartare: tenete presente che l'emissione elettromagnetica del cervello è tanto debole che a quattro o cinque millimetri dal cervello stesso non è più rilevabile dai nostri strumenti: neppure quando il cervello è in una tempesta di attività, come sono ad esempio le crisi di epilessia.

Quindi, per concludere,  su questo argomento di certezze ce ne sono ben poche, di evidenze sperimentali altrettanto poche e che, quindi, molto ancora resta da capire e dimostrare.

http://www.sulletraccedelmistero.it/130-fenomeni-paranormali-e-campi-elettromagnetici.php

I MEDIUM O SENSITIVI

Non si deve considerare la medianità come un'attitudine
o un'abilità. L'abilità di un chirurgo nasce dal suo
studio, dalla attitudine che egli può utilizzare quando
lo ritiene opportuno. Non si può fare altrettanto, con
la medianità. Non è il medium il depositario o il padrone
di questa possibilità. La sua natura e la sua intensità
sono a diretta dipendenza di una volontà estranea. Se
vogliamo parlare di predisposizione alla medianità
dobbiamo considerare questa, strettamente in relazione
con l'organismo del medium, indipendentemente dal suo
profilo morale. La funzione del medium è mettere a
disposizione il proprio corpo, di contribuire attraverso
supporti fisici alla produzione di fenomeni paranormali.
E' logico che un'entità di livello superiore tende a
esprimersi attraverso un medium che presenta condizioni
morali valide.

La medianità si può anche trasferire tramite una specie
di invio energetico od ondulatorio di vibrazioni che si
trasferiscono dal medium in coloro gli sono di solito
in contatto diretto. E' famoso il trasferimento di
medianità ad altre persone, di Home e Valiantine.
Per lo spiritismo, la medianità deve quindi considerarsi
quasi un dono divino, che può essere utilizzata sia nel
bene che nel male.

Come in ogni genere di attività umana, sia di natura
fisica che spirituale, anche per la medianità sono
molti gli aspetti e i fattori che contribuiscono alla
sua estrinsecazione. Essi possono essere l'interesse,
gli stimoli di varia natura, il piacere di dare spettacolo
e di suscitare emozioni, gli stati di coscienza, le
attitudini, gli atteggiamenti. Numerosi possono essere
anche i fattori che la inibiscono, come il timore di
cadere nel motteggio del prossimo o le minacce dei
familiari e degli amici, i quali la maggior parte delle
volte producono l'effetto di annullare le predisposizioni 
del medium.

La casistica di studio ci dice che si possono distinguere
due tipi di medium:

Medium a effetti fisici.
Sono propensi a produrre fenomeni paranormali del tipo
movimenti di oggetti, smaterializzazioni, materializzazioni,
telescrittura, apporti e asporti, rumori, luci, ecc.

Medium a effetti psichici o parapsichici.
Sono soliti e propensi a manifestare fenomenologie tipo
telepatia, chiaroveggenze, possessione, precognizione, ecc.

In entrambi i casi, per lo spiritista si verifica
l'intervento di un'entità disincarnata che ottiene le
manifestazioni suddette.
E' anche vero che la medianità psichica e fisica non
rappresentano due fenomeni differenti, bensì uno solo
che si presenta però con aspetti e modalità diversi.
Tuttavia è anche vero che, di solito un medium è
propenso a produrre, con una certa simpatia e con una
certa regolarità, determinati fenomeni anzichè altri.
Diventa allora molto importante l'esperimentatore, il
suo atteggiamento e il suo modo di trattare con il
soggetto medianico. Il termine più esatto, per definire
tale figura è consultante, intendendo che si
rivolge al medium per avere notizie di qualsiasi genere
e natura. Nella pratica medianica e spiritica i
consultanti rivestono grande importanza ed esercitano
una notevole influenza sia sulla riuscita dell'esperimento
sia sull'atteggiamento del medium stesso; si classificano
in due gruppi:

Consultanti buoni o predisposti.
Presentano tutte le caratteristiche e i requisiti di
adattabilità, apertura e prontezza richiesti nella
pratica spiritica.

Consultanti cattivi o non idonei.
Sono di solito sprovvisti di tatto e sensibilità e
quindi rendono vano non solo ogni sforzo del medium,
ma ogni possibile tipo di esperimento.

http://atlantepsichico.altervista.org/p-spi-medium.htm

L'ULTRATERRENO

Molti di noi si domando se veramente esistono gli spiriti e, qualora fosse accertata la loro presenza, quale sia la causa  delle loro apparizioni. Secondo molti spiritisti le apparizioni degli spiriti sono dovute alla volontà di un defunto che viene a testimoniare la sua sopravvivenza.
Difatti per loro l’uomo sarebbe composto essenzialmente di tre elementi: corpo, che si disintegra dopo la morte; spirito, fonte della intelligenza e della volontà, che è immortale, e prespirito, o corpo spirituale, un organismo fluido formato di una materia quintessenziata e cioè intermedia tra la materia propriamente detta e lo spirito. Esso servirebbe, in qualche modo, come protezione e come strumento dello spirito e sopravviverebbe più o meno a lungo dopo la morte ed è proprio grazie a questo che il defunto potrebbe manifestarsi fisicamente. Il perispirito di un morto inquieto, oltraggiato o pentito, produrrebbe tutti i fenomeni che si osservano nelle case frequentate dagli spiriti; per calmarlo sarebbe sufficiente interrogarlo con deferenza, domandandogli cosa lo sconvolga e come si può aiutarlo. Dopo essersi conformati alle sue esigenze, i fenomeni cesserebbero spontaneamente. Sta di fatto che agendo così i fenomeni in genere scompaiono.

Altri spiritisti, tra cui Myres e Bozzano, non chiamano in causa il perospirito, ammettono invece che le apparizioni sono provocate da un impulso telepatico dovuto ad un defunto, che genererebbe, tramite un medium, percezioni di ordine allucinatorio, o fenomeni oggettivi. Gli occultisti e i teosofi formulano un’ipotesi più complessa. Secondo loro, nell’Universo esisterebbero sette zone o piani che si compenetrano a vicenda: il piano fisico, cioè il nostro mondo abituale; il piano astrale o emozionale, cioè quello in cui ci spostiamo nel sonno o anche dopo ciò che chiamiamo morte; il piano mentale, cioè quello del pensiero; infine esistono quattro piani,sempre più sottili, tra cui il buddico e il nirvanico.

L’uomo possiederebbe diversi corpi o veicoli corrispondenti ai diversi piani; il corpo fisico denso e visibile, dotato di una copia eterea che assorbe la vitalità solare; il corpo astrale o emozionale, strumento delle emozioni, dei desideri, delle passioni, che elaborerebbe le sensazioni poi sentite dal corpo; il corpo mentale, che produrrebbe il pensiero espresso dal cervello; il corpo causale, chiamato anche anima o ego. Il corpo fisico è mortale, i corpi astrale e mentale durerebbero solo per un’incarnazione, mentre il corpo causale sarebbe invece immortale e persisterebbe attraverso tutte le incarnazioni, trasmettendo alle personalità successive tutte le capacità e le qualità acquisite nelle incarnazioni precedenti.

Se questi corpi astrale, mentale, e causale, vengono considerati come mediatori fisici, l’ipotesi si può difficilmente sostenere dal punto di vista scientifico. Se invece li si paragona a centri di forze, essa diviene plausibile.Il piano astrale sarebbe il luogo, non solo, dove si evolverebbero quelli che noi chiamiamo morti, non ancora liberati dalle loro illusioni terrestri, ma anche tutti gli involucri psichici abbandonati dagli spiriti nel passaggio ai piani superiori. Questi “residui” di anime, se possiamo così esprimerci, finirebbero a lungo andare per dissolversi e diffondersi con l’Universo, lottando contro questo momento finale e provocando i fenomeni in coerenti che osserviamo nelle case frequentate da spiriti. Inoltre il piano astrale possiederebbe individualità autonome, chiamate elementali che sarebbero sia esseri cosmici, sia pensieri più o meno tristi di origine umana. Questo strano popolo di entità, semicosciente e malizioso a seconda della natura, sarebbe all’origine degli scherzi burleschi così frequenti nelle case abitate da spiriti.

Ad ogni modo, qualunque sia la teoria che prendiamo in considerazione, i fenomeni psichici paranormali, come del resto tutti i fenomeni studiati dalla metapsichica, ci devono condurre ad accettare le cose così come sono, e a pensare che è ragionevole adattare la nostra intelligenza all’Universo e vano pretendere di adattare l’Universo alla nostra mente. Non rigettiamo dunque a priori questi fenomeni, riflettiamo piuttosto sull’infinità di tutto ciò che ignoriamo.

http://mediterranews.org/2011/08/spiriti-e-apparizioni-senza-velo-lultraterreno/

IL CASTELLO DEGLI ORRORI

Leggende e racconti su fantasmi e luoghi infestati in Italia si sono alternati nei secoli, creando atmosfere da brivido in piccoli borghi come in grandi città. Da sempre. Ma c’è un posto che, in fatto di spettri, non ha paragoni.

Ci troviamo a Moncalieri, nella provincia di Torino. Questo borgo risale al 1228 ed è stato fondato da un gruppo di abitanti di Testona, attuale frazione moncalierese, per sfuggire all'assalto dei chieresi. Il facile accesso al Po, nonché il controllo su di esso, contribuì notevolmente alla crescita del paese facendone, in breve tempo, uno dei maggiori punti strategici e difensivi della regione.

Ricca di storia e di monumenti, Moncalieri presenta un luogo turistico che non teme confronti in tutta Italia. O per lo meno per chi è affascinato dalle presenze di spiriti. Sul territorio sono presenti molti castelli, come Castelvecchio a Testona, del XV secolo e quello di Revigliasco, del XVIII secolo. Ma soprattutto c’è il Castello de La Rotta, ritenuto il posto più infestato d'Italia.

Costruito nel IV secolo, fu possedimento prima dei Longobardi e poi dei Cavalieri di Malta fino al 1500, quando divenne proprietà della famiglia dei Savoia. Fu infine trasformato in deposito di polvere da sparo nel 1706, durante l’assalto francese alla città di Torino. La rocca aveva il compito di difendere il ponte sul fiume Banna, l’unico passaggio della strada romana proveniente da Pollenzo. Fu teatro di molte battaglie, una delle quali gli avrebbe persino attribuito il nome di "Rotta", sconfitta. Ma il nome potrebbe riferirsi anche a rotha, ovvero roggia, "luogo aperto".

Oltre al tetro aspetto esterno, quello tipico dei castelli dei film di paura, le sue mura nascondono una grande quantità di foto di presunti spettri che si sono susseguiti nella difesa del castello negli ultimi secoli. E su di esso si alternano storie diverse, tutte accomunate dalla caduta dalla torre di una fanciulla triste e dalle vicende di un cavaliere templare valoroso. Ma ci sono anche il sacerdote murato vivo nel 1400, il ragazzino travolto da cavalli imbizzarriti, l’incriminato decapitato, il bambino che piange alla ricerca della sua nutrice, la donna suicida dal profumo di fiori. E si danno tutti appuntamento nella notte tra il 12 e il 13 Giugno: in questo periodo il turismo degli amanti dell’esoterismo si intensifica. Alla ricerca di presenze, rumori e olezzi che possano dar credito alla leggenda del castello più infestato d’Italia.http://viaggi.libero.it/week-end/29378648/il-castello-dell-orrore

I MILLE PAESI D'ITALIA ABITATI DAI FANTASMI

 Il vecchio Tonino Guerra sapeva che vicino a casa sua, a Marecchia in Romagna, c'era un casolare dove sessant'anni prima era passato Ezra Pound. Lo scrittore ci andò, la trovò in rovina, ma provò a entrare lo stesso.

L'idea di gettare la propria ombra su quei muri per farli rivivere lo attirava irresistibilmente. Il pavimento della prima stanza era sfondato, riuscì a passare rasente ai muri. La porta della seconda era aperta e dentro si vedeva chiaramente una sedia. Ebbene, su quella sedia, racconta Guerra, c'era un'ombra. Il vecchio Pound, il poeta, seduto di spalle. Inconfondibilmente lui. Le case abbandonate hanno spesso uno spettro che le abita. E poiché l'Italia ha più case abbandonate di qualsiasi altro paese del Mediterraneo - un migliaio di villaggi, più case sparse, che potrebbero contenere la popolazione di Roma e Milano insieme - è probabile che qui si registri anche la massima densità di spettri d'Europa. Bambini che gridano in fondo ai pozzi, ombre di donne abbandonate nel solaio, partigiani torturati, vittime di fatti di sangue. Storie vere, ma più spesso inventate, o trasfigurate, per motivare un abbandono recente, altrimenti inspiegabile.

Che pensare se non storie lugubri davanti a una villa piena di ragnatele che contiene ancora armadi, posaterie, quadri, bicchieri, lettere d'amore? Che dire di un paese abitato da cani e pipistrelli dove la vita sembra essersi interrotta per un maleficio, in assenza di catastrofi come guerre, incendi o terremoti? .

A Paralup in Valle Stura, Piemonte, frazione che si tenta di far rivivere come luogo della memoria partigiana, non c'è solo l'ombra del comandante Duccio Galimberti, ma anche - racconta Antonella Tarpino - la voce di un cantore cieco come Omero che saliva lassù fino agli anni Sessanta, quelli della grande fuga in fabbrica. Esplorando poi la storia di Villa Destefanis nel Vercellese lo scrittore Danilo Arona ha trovato storie da "Poltergeist" (un cimitero di soldati austriaci massacrati dai contadini nelle fondamenta) narrate per motivare eventi terribili registrati dalle cronache, il custode della casa che stermina la propria famiglia e un suicidio dal balcone.

A Casacca nel Parmigiano, territorio di messe nere e riti occulti, si parla di bare scoperchiate nel cimitero, e anche lì l'abbandono è messo in relazione a una tragedia, l'amore proibito di un prete e una suora dal quale sarebbe nato un bambino poi nascosto, sepolto o murato vivo. C'è anche un pozzo, in paese, dove affermano si possa sentire il canto di una bambina caduta lì dentro. Storie probabilmente false, ma utili a razionalizzare l'inspiegabile e talvolta l'indicibile: la fuga in massa delle persone, e poi la spoliazione delle cose per mano di vandali e antiquari.

A Reneuzzi, paese fantasma da Dario Argento (vedi la "villa del bambino urlante" a Torino) sugli impervi monti liguri, l'abbandono è legato a un fatto reale: la storia di Davide che vede partire Mariuccia per la pianura, capisce di perderla per sempre e la uccide, poi si dà alla latitanza. L'ombra dell'omicida terrorizza i pochi rimasti, che fuggono a valle lasciando il villaggio deserto, e non importa se qualche settimana dopo il corpo di Davide suicida sarà trovato decomposto nel bosco. Di Villa Clara a Bologna si dice che la figliastra del padrone - nobile famiglia Alessandri - sarebbe stata murata dopo una tresca proibita con un sottoposto, mentre a Villa Pastore nell'Alessandrino un fantasma di donna suona il piano tutte le notti.

In Romagna l'addensamento di visioni è impressionante, anche perché si tratta spesso di abbandoni di pianura, i più spettrali. Come villa Boccaccini dalle parti di Comacchio, dove Pupi Avati - in quella che definisce una "campagna malata, nebbiosa, inquietante" - ha girato "La casa delle finestre che ridono", la storia di un pittore maledetto, specializzato nel ritrarre agonie. Anche lì segnali del terzo tipo, una lampada che si accende a una finestra, la testa di un diavolo affrescata sotto l'immagine di un santo, e ovunque l'impressione di entrare in uno spazio a-temporale, quasi subacqueo, come se l'abbandono risalisse a mille anni fa, non quaranta.

E poi l'Abruzzo, con gli spettri di Sperone e Frattura, dove senti ancora la voce di bambini estinti. "Luoghi dove - racconta Romano Camassi dell'Istituto geofisico di Bologna - il terremoto non è mai l'unica causa dell'abbandono". E la Calabria, con l'enigma dei "paesi doppi", come li chiama l'antropologo Vito Teti, quelli che si duplicano sulla costa dopo secoli di resistenza sui monti. Storie dove miseria, 'ndrangheta, emigrazione, frane, brigantaggio e latitanza di criminali si intrecciano a costruire storie poco tranquillizzanti. Come Roghudi, protetta da inestricabile boscaglia, dove tutti ti dicono che è meglio non andare. E dove la sera qualche luce fantasma si accende.http://www.repubblica.it/cronaca/2010/12/02/news/case_fantasmi-9746775/

Il Cronovisore

Molti non ne hanno nemmeno mai sentito parlare, ma per altri è una certezza… Si tratta del Cronovisore, un apparecchio elettronico inventato da Padre Pellegrino Maria Ernetti negli anni ’60, insieme ad una equipe di nomi illustri .

Padre Ernetti affermò che a tale rivoluzionario progetto, parteciparono 12 scienziati tra i quali spiccano i nomi di Padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università cattolica di Milano; un nobel giapponese; Werner von Braun, progettista dei missili V2, e capo del programma spaziale statunitense; Enrico Fermi; che morì due anni prima della realizzazione; un allievo dello stesso Fermi ed altre personalità del mondo della fisica. 

Lo scopo di tale invenzione era di recuperare delle immagini del passato analizzando le onde elettromagnetiche disperse nell’atmosfera terrestre ed intrappolate dal suo campo magnetico. Se ci pensate bene tutto risulta abbastanza plausibile, in effetti la fisica ci insegna che niente si crea e niente si distrugge, quindi possiamo certamente affermare che ogni azione che coinvolga una certa quantità di energia sia esprimibile con una funzione d’onda che andrà inesorabilmente ad aumentare l’entropia generale del sistema che stiamo osservando. Partendo da questo principio Padre Ernetti ipotizzò che si potesse recuperare parte delle informazioni contenute in tali onde sparse nell’atmosfera ed insieme alla sua equipe progettò e realizzò tale apparecchio che fu poi mostrato all’allora Pontefice Pio XII. Sembra che dalle prime prove vennero estrapolate immagini di Cicerone e di Gesù in persona, immagini tanto forti da spaventare sia il creatore del Cronovisore che le autorità informate tanto da far segretare i risultati successivi.

Oggi questa teoria è stata rivalutata da eminenti fisici che affermano che si possa in qualche modo ridurre l’entropia di un sistema di informazioni tanto da ricavare dei dati utilizzabili. Padre Ernetti fu fatto oggetto di una vera aggressione mediatica dopo le sue parole e fu screditato in tutti i modi possibili allo scopo di insabbiare la cosa.

http://realmisterx.altervista.org/un-mistero-ancora-irrisolto-cronovisore/

Scienza e spiritualità, passo dopo passo, sembrano destinate ad incontrarsi sul cammino della conoscenza.

.Bernard Carr, astronomo e matematico, ha teorizzato che molti dei fenomeni che riteniamo di origine sovrannaturale, poiché non possiamo spiegarli con le leggi della fisica della realtà in cui viviamo, potrebbero avere origine in altre dimensioni.Albert Einstein, suggerì che la realtà in cui viviamo fosse formata almeno da quattro dimensioni, tre spaziali e una temporale. LLa moderna fisica quantistica, con l’elaborazione della teoria delle stringheha teorizzato l’esistenza di almeno 11 dimensioni. Facendo riferimento alle ultime riflessioni della fisica teorica, Bernard Carr,professore di matematica e astronomia presso la Queen Mary University di Londra, ha suggerito che la nostra coscienza sia in grado di interagire con altre dimensioni della realtà.

Egli immagina un universo multidimensionale organizzato con una struttura gerarchica; noi ci troviamo nella dimensione al livello più basso. “Questo modello risolve problemi filosofici ben noti alla filosofia, come il rapporto tra la materia e la mente, e chiarisce la natura del tempo”, scrive lo stesso Carr. “Inoltre, tale modello fornisce un quadro ontologico per l’interpretazione di fenomeni come le apparizioni, le esperienze fuori dal corpo, le esperienze di quasi morte e i sogni”.Spiega Carr che i nostri sensi fisici sono in grado di mostrarci solo un universo a tre dimensioni, anche se in realtà ne esistono almeno quattro. Ciò che esiste nelle dimensioni superiori sono entità che non possiamo percepire con i nostri sensi fisici. Tali soggetti devono avere bisogno di un certo tipo di spazio per esistere.

“Le uniche entità ‘non fisiche’ nell’universo di cui abbiamo esperienza, sono quelle mentali”, scrive Carr. “L’esistenza dei fenomeni paranormali suggerisce che le entità mentali devono esistere in una sorta di spazio altro-dimensionale. Quando sogniamo, ad esempio, tale spazio altro-dimensionale si sovrappone con lo spazio fisico, dove esiste la nostra memoria. Ma anche fenomeni come la telepatia e la chiaroveggenza sono la sovrapposizione dello spazio altro-dimensionale con lo spazio fisico.“La contrapposizione tra materia e mente è sorta nel momento in cui si è ridotta la realtà ad uno spazio tridimensionale”, scrive Carr.“Tuttavia, da allora la visione del mondo fisico è profondamente cambiata ed è chiaro che i nostri sistemi fisici sensoriali rivelano solo una porzione molto limitata della realtà”.

Una caratteristica fondamentale di questo nuovo approccio alla realtà, non può non coinvolgere il concetto di coscienza, dato che questa è la base di tutte le esperienze psichiche. Anche se la parapsicologia ha già acquisito un certo grado di rispettabilità tra gli psicologi, essa non è ancora stata presa sul serio dalla maggior parte dei fisici.

“La questione cruciale è capire se la fisica, nel presente o nel futuro, sarà mai in grado di ospitare i fenomeni psichici”, continua Carr. La mia tesi è che lo sarà, ma ciò richiederà più di un semplice armeggiare con l’attuale paradigma della fisica, vale a dire più che invocare semplicemente le onde elettromagnetiche, i tachioni, i tunnel spazio-temporali e la teoria quantistica standard. Il nuovo approccio avrà conseguenze profonde per la fisica, la psicologia, la parapsicologia e la filosofia”.

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it

Ci si sveglia nel cuore della notte e nel bel mezzo di un sogno con il cuore a mille, ma come ‘congelati’, incapaci di muovere un qualsiasi muscolo. “A volte si hanno terribili allucinazioni, si vedono fantasmi, ombre o mostri. Possono essere esperienze davvero sconvolgenti e la tentazione di cercare una spiegazione sovrannaturale è forte”.

A descrivere così un fenomeno ancora misterioso come le paralisi del sonno è Baland Jalal, neuroscienziato dell’University of California a San Diego, che le studia dal 2010.“In base alle mie ricerche posso stimare che il 10-20% della popolazione sperimenti questo fenomeno nel corso della vita, e nel 35% dei casi ha delle allucinazioni: vede ombre, fantasmi, esseri mostruosi”.

In collaborazione con Devon Hinton, dell’Università di Harvard, lo scienziato ha condotto una ricerca su questo fenomeno in diversi Paesi, tra cui l’Egitto, la Danimarca, gli Stati Uniti e più di recente l’Italia, insieme a colleghi dell’Università di Padova.

Ma perché la gente vede i fantasmi durante la paralisi del sonno? “La scienza sta ancora cercando di capirlo – risponde Jalal. Insieme al neuroscienziato Vilayanur S. Ramachandran, ho recentemente proposto una teoria in proposito: abbiamo ipotizzato che durante la paralisi del sonno si verifichi un’alterazione in una parte del cervello detta giunto temporoparietale (la parte superiore centrale del cervello). Il risultato di questo disturbo è una proiezione allucinata della propria immagine corporea. Durante la paralisi del sonno, dunque, si finirebbe per confondere la propria immagine corporea con un fantasma”. Anche le allucinazioni causate da sogni possono essere proiettate sull’immagine corporea, tanto che a volte hanno caratteristiche dettagliate come occhi cattivi, denti insanguinati e corna sataniche. La paura, infatti, può modellare le allucinazioni”.

Secondo lo studioso, il Dna gioca un ruolo sulla vulnerabilità a questo fenomeno.La ricerca suggerisce infatti che ci sia una base genetica: la paralisi notturna è più comune all’interno della stessa famiglia. Ed è più diffusa tra alcuni gruppi etnici. I nostri studi – aggiunge Jalal – mostrano che è molto più frequente tra gli egiziani rispetto ai danesi, ed è anche più comune tra le persone che soffrono di ansia o traumi. Questi, infatti, attivano i centri del cervello che disturbano il sonno, cosa che a sua volta può portare alla paralisi notturna”.

Ma che cosa succede nel cervello durante la paralisi del sonno? Il problema è che“ci svegliamo nel corso della fase di sonno Rem, durante la quale si sogna in modo vivido. Il cervello è dotato di un meccanismo che paralizza il corpo per non permetterci di muoverci durante i nostri sogni e di farci involontariamente del male. Tuttavia, di tanto in tanto, questo meccanismo di sicurezza non funziona. In questi casi sperimentiamo la paralisi del sonno. Un incubo che prende vita davanti ai nostri occhi”.

Il fatto di attribuire le allucinazioni tipiche di una paralisi del sonno a “forze soprannaturali”,varia a seconda del Paese e delle culture. “Una larga percentuale di egiziani (circa il 70%) attribuisce la paralisi del sonno al soprannaturale, contro solo il 5% dei danesi. Abbiamo scoperto che il 38% degli italiani ritiene che il fenomeno sia probabilmente causato da una creatura soprannaturale” conosciuta in alcune aree come Pandafeche (un gatto malvagio o una strega orrenda). Penso che sia molto interessante, per un Paese moderno come l’Italia. Suggerisce che la paralisi del sonno sia un’esperienza molto forte, che può cambiare e influenzare le convinzioni sul mondo e sulla realtà“.

E’ un po’ come un gatto che si morde la coda. “Credere ai fantasmi può spaventare, e la paura può causare ansia, che aumenta il rischio di una paralisi del sonno. Quindi, in questo senso, aver paura dei fantasmi può portare a ‘vederli’. Tuttavia – dice Jalal – a volte la gente vede i fantasmi anche se non ci crede. Inoltre, alcuni iniziano a credere nel soprannaturale dopo un’esperienza di paralisi del sonno, aggiunge lo scienziato, che da parte sua assicura di non credere ai fantasmi.

Quindi, come scienziati dobbiamo generalmente stare attenti a non respingere troppo in fretta ogni ipotesi sovrannaturale. Il soprannaturale di oggi, infatti, potrebbe diventare la scienza di domani. Prima della scoperta dei batteri – ricorda cauto Jalal – era inconcepibile pensare che migliaia di miliardi di minuscoli organismi abitassero sulla pelle umana. Come scienziati, dobbiamo trovare un giusto equilibrio tra una sana apertura mentale e uno scetticismo implacabile.

“Mi sono imbattuto in molti casi di paralisi del sonno bizzarri – confida l’esperto. Uno mi ha colpito, perché ha cambiato la vita di una persona di mia conoscenza, una mia collega, che aveva sperimentato una serie di episodi di questo tipo nella sua giovinezza. A quel tempo era un’atea militante, che certo non credeva in esseri soprannaturali come fantasmi o demoni. Tuttavia, a causa delle sue terrificanti paralisi del sonno, la sua visione del mondo si capovolse. Iniziò ad avere dubbi… Questo dimostra quanto sia potente questo tipo di esperienza, che provoca a volte anche esperienze extra-corporee e la sensazione di osservare il proprio corpo dall’esterno, come se l’anima si fosse allontanata dal corpo fisico. Questo – conclude – può essere davvero molto bizzarro”.

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: http://www.adnkronos.com/